E’ ormai tempo che il Lazio è nel mirino delle cosche mafiose, e non solo nel sud pontino dove già sono stati sciolti consigli comunali, ma anche nella capitale, che detiene il record dei cravattari. Ed è già nelle istituzioni regionali. Ma si tende a negare o a considerarlo un fenomeno minore.
Così la mafia del Lazio, come tutte le mafie, dall’usura e dall’edilizia si potrà spostare ai servizi pubblici. La situazione del sistema di smaltimento dei rifiuti e della sanità laziale, ad esempio, sono situazioni ideali per l’impiego di nuovi capitali mafiosi.
Prima che sia troppo tardi occorre innanzi tutto ammettere che esiste una emergenza ed affrontarla come tale.