Siamo associazioni, reti e movimenti, che hanno lavorato in questi anni e lavorano per la costruzione di percorsi di pace, solidarietà, e giustizia nel territorio della capitale. Ci richiamiamo espressamente al dovere civico di difendere l’art 11 della Costituzione (“L’Italia ripudia la guerra”) ed ai principi ispiratori della Carta ONU ed intendiamo promuoverne attivamente i valori per diffondere la cultura della pace, della nonviolenza, della gestione positiva dei conflitti.
Occorre affermare con chiarezza che una vera politica di pace deve adoperarsi per rimuovere le “cause strutturali” legate all’attuale modello di sviluppo capace di aumentare le disuguaglianze e ridurre in miseria miliardi di persone. Ci riferiamo: a regole del commercio inique, a processi di mercificazione e di privatizzazione dei beni comuni, alle spese militari e al commercio di armi, alla finanziarizzazione dell’economia, alla devastazione delle risorse naturali, alla questione debito, alle decisioni e alle politiche imposte dall’alto senza processi di coinvolgimento e concertazione delle popolazioni locali.
La situazione di estrema gravità che sta infuocando il mondo di oggi è caratterizzata dalla logica che contempla l’utilizzo dello strumento militare come unica risorsa per risolvere gli attuali conflitti. Siamo fermamente convinti che debba prevalere un’etica della nonviolenza nelle relazioni umane, che rifiuti il ricorso alle guerre, anche quando queste sono camuffate e proposte come “interventi umanitari” o “esportazione della democrazia”. Pensiamo che solo una politica strategica e articolata di “prevenzione dei conflitti” sia la vera chiave per ridare forza alla convivenza pacifica nei rapporti internazionali.
Occorre ripensare il nostro modello di sviluppo.
In quest’ottica il territorio e il governo della Regione giocano un ruolo decisivo.
Per questo abbiamo individuato alcuni punti sui quali chiediamo
un impegno concreto ai prossimi candidati alle elezioni Regionali
per realizzare una politica regionale fondata su una cultura di pace e solidarietà:
1) In considerazione della rilevante presenza nel Lazio di industrie degli armamenti, la Regione si impegna a non erogare finanziamenti alle industrie militari presenti nel proprio territorio e a rendere operativa la legge del 24 dicembre 2008, n. 25 in materia di promozione e attuazione delle iniziative a favore del disarmo e della cultura della pace.
2) In coerenza con la legge 185/90, la Regione si impegna ad orientare gli investimenti pubblici e privati, nazionali ed europei, su progetti di riconversione produttiva dal settore militare a quello civile e di dual use, con particolare riferimento alle energie alternative, al comparto biomedico, e alle aree capaci di coniugare crescita dei livelli occupazionali ed eccellenza produttiva.
3) La Regione si impegna pertanto ad esercitare pressioni sul Governo affinché, in coerenza con l’orientamento di politica industriale dettato dalla legge 185/90, dia concreta attuazione al principio della riconversione produttiva dal settore militare a quello civile, mediante la costituzione di un apposito Fondo adeguatamente finanziato.
4) La Regione si impegna a ridurre le servitù militari ed il riutilizzo a fini sociali, senza finalità di lucro, di quelle scarsamente utilizzate o dismesse. La stessa finalità sociale viene assicurata relativamente agli immobili in dismissione del demanio militare.
5) La Regione si impegna a non affidare la tesoreria regionale a banche che finanzino e/o supportino le operazioni connesse alla produzione ed al commercio delle armi.
6) La Regione si impegna a non finanziare programmi di ricerca finalizzati alla produzione e commercio degli armamenti per l’industria militare, evidenziando in tal modo il distacco dalla tesi che associa ricerca e sviluppo con un settore rivolto a strumenti di distruzione come i caccia bombardieri Jsf-F35.
7) La Regione si impegna a non fare sponsorizzare le proprie iniziative da parte di aziende impegnate nel settore degli armamenti.
8) La Regione si impegna ad approvare una legge regionale per il servizio civile dotata di un fondo adeguato a cofinanziare progetti di servizio civile nazionale svolto in ambito regionale (in conformità con le finalità della legge nazionale) che valorizzi esperienze di Servizio Civile innovativo a livello regionale considerando in particolare la proposta rivolta ai cittadini stranieri come una valida occasione di sostegno alla loro integrazione, alla promozione della coesione sociale e quale strumento di pace e convivenza civile tra i popoli e le differenti culture.
9) La Regione si impegna a promuovere e sostenere progetti specifici nazionali svolti da realtà regionali che intervengano nelle differenti forme di impegno civile nelle situazioni di conflitto, quali: interventi di interposizione, di diplomazia popolare, di ricostruzione del tessuto civile, di riattivazione di processi democratici, di accompagnamento civile, di monitoraggio elettorale e dei diritti umani, di riconciliazione tra le parti, anche nell’ottica della sperimentazione di missioni ed interventi civili di pace.
10) La Regione si impegna a nominare un Delegato alla Pace e ad istituire un Ufficio per la pace della Regione Lazio e la Consulta Pace. Necessita, infatti, istituire un punto di riferimento all’interno della Giunta Regionale capace di promuovere, sia a livello istituzionale sia a livello regionale, la cultura della pace e della solidarietà tra i popoli. Un riferimento che operi per favorire un confronto continuo e stabile, orientato alla collaborazione/interlocuzione tra le associazioni, le organizzazioni della società civile e gli organismi comunali, per aumentare la capacità di comprendere e proporre i valori della pace e della solidarietà nelle nostre città. A questa va affiancata una consulta partecipata per la Pace, ossia un luogo stabile di confronto con la società civile, dove si possa programmare e condividere una strategia comune sulle tematiche legate alla legge sulla pace regionale, in maniera da definire le linee di lavoro e le iniziative comuni
11) Nell’ottica della promozione di una cultura della Pace, la Regione si impegna ad utilizzare, nell’adozione di decisioni e politiche che coinvolgono territori e comunità locali, strumenti di partecipazione che si traducano in un effettivo coinvolgimento dei cittadini in modo tale da prevenire l’insorgenza di conflittualità sociale, che spesso emerge a fronte dell’imposizione di politiche non concertate con la popolazione
12) In sintonia con la vigente legge sulla pace, la Regione, altresì s’impegna a contribuire alla costituzione di un Istituto di ricerca regionale sulla pace analogamente a quelli costituiti in Europa dalle istituzioni locali, al fine di poter avere un centro scientifico e culturale di alto livello e di riferimento anche per l’intero territorio nazionale.
Per ora hanno aderito :
A SUD
ARCHIVIO DISARMO
ARCI LAZIO
ASSOCIAZIONE OBIETTORI NONVIOLENTI
ASSOCIAZIONE PER LA PACE
CAMPAGNA MINIE
CENTRO STUDI DIFESA CIVILE
CIPAX
CONSORZIO CAE
EQUAZIONE
GIURSTI DEMOCRATICI ROMA
LEGAMBIENTE LAZIO
PAX CHRISTI ROMA
PIZZICARMS
REORIENT ONLUS
RETE TUTELA VALLE DEL SACCO
TERRE MADRI
UN PONTE PER …