Il Lazio è interessato da un elevato numero di grossi interventi pubblici e privati – strade, centrali elettriche e nucleari, porti e aeroporti, centri commerciali, insediamenti residenziali, ecc… – a forte impatto sul territorio, ma anche da un corrispondente numero di comitati civici che vi si oppongono.
Si scontrano due visioni. I comitati del NO sostengono una visione del territorio come risorsa per la qualità della vita presente e futura e propongono risparmio energetico e produzione diffusa dell’energia, riduzione dei rifiuti e raccolta differenziata, tutela del paesaggio e dell’immaginario tradizionale, sicurezza delle strade e riduzione della velocità, difesa delle produzioni agricole dal cemento e agricoltura biologica, recupero e riutilizzo edilizio, consolidamento antisismico e idrogeologico, salubrità degli impianti produttivi. E questi sono solo alcuni ingredienti.
Questa visione, ed i vincoli che i comitati pongono, sperimentano già una Regione che opera con e non contro i cittadini e deve essere alla base di una riprogettazione partecipata del territorio regionale per promuoverne una significativa riqualificazione dopo il sacco degli ultimi anni.