La deriva tecnocratico-elitaria che ha caratterizzatola politica negli ultimi anni e trasformato gli enti locali, ben che vada, in consigli di amministrazione, se non in luoghi di spartizione di bacini elettorali ha portato a una separazione tra politica e società che se non superata lascia il campo libero alla collusione affaristica.
E’ accaduto così che le migliori energie civiche, come quelle dei cittadini che si preoccupano per la salute propria e di tutti e si organizzano sul territorio, siano state considerate impedimenti al governare o come minacce elettorali o, al più, come soggetti da consultare. Sono emblematici, ad esempio, il caso dei rifiuti, della struttura energetica, del territorio difeso dai suoi cittadini con centinaia di comitati di fronte a scelte spesso presentate come tecniche o inevitabili.
Occorre invece rovesciare questa visione ed assumere come vincoli le rivendicazioni dei cittadini e considerare la società civile come risorsa fondamentale per una nuova stagione di partecipazione e autogoverno. E’ a partire dai vincoli posti dalla gente agli inceneritori, ad esempio, che occorre progettare insieme ai comitati una soluzione, che non può essere tecnica, ma è innanzi tutto politico-culturale, ai problemi dei rifiuti.