Dal congresso di Rifondazione Comunista: Un polo per Roma bene comune

Il dispositivo finale approvato dal congresso della federazione di Roma di Rifondazione Comunista il 12 dicembre 2010:

Un ringraziamento e.... al lavoro.

Il risultato complessivo delle elezioni incoraggerà nei prossimi tempi una ancora maggiore tracotanza del potere. Politico ed economico.
Servirà a maggior ragione un'"Altra Politica" nella quale ritornino al centro le idee ed i valori, la coerenza dei comportamenti e la semplicità della giustizia per i più deboli. Ne abbiamo sempre più bisogno.
Per quanto mi riguarda, avevo pensato e sperato in qualcosa di più, ma per gli scarsi mezzi e il poco tempo a disposizione, il risultato raggiunto non è malaccio. Consideriamolo un investimento sul futuro e rimettiamoci al lavoro.
Un ringraziamento a tutti coloro che hanno sostenuto la mia candidatura per la stima e la fiducia che mi avete dimostrato.

Fabio Alberti

Quanto costa un Consigliere regionale?


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Seguendo il filo del ragionamento sui costi della campagna elettorale, e su chi li paga, sono andato a vedere a quanto ammontano i compensi dei Consiglieri regionali. Ecco il risultato:
I consiglieri regionali costano ciascuno una somma di ameno 1,8 di euro

Quanto costa una campagna elettorale?


Per quanto mi riguarda ho speso circa 1.000 euro, poco più di quanto raccolto con la sottoscrizione. Sarò più preciso al momento del rendiconto che dovrò presentare alla commissione di garanzia elettorale e che sarà reso pubblico. Credo, spero, che altrettanto farà la lista della Federazione della Sinistra ed avendolo visto da dentro devo dire che è stata una campagna assolutamente moderata.

Ma quanto hanno speso altri partiti e candidati? E chi ha messo questi soldi?

I risultati elettorali

Con 611 preferenze Fabio Alberti risulta settimo nella lista della Federazione della sinistra che elegge un consigliere alla regione Lazio

Incontro con comunità islamica


“Un incontro a cui tenevo molto perché la politica deve dare attenzione a
tutti i cittadini ed i musulmani sono ormai una componente importante della popolazione romana che contribuisce alla ricchezza della nostra città”.

Io non considero normale...

Io non considero normale che le donne siano trattate come merce di scambio
nelle relazioni personali e professionali, nella politica, nella comunicazione.

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Raniero La Valle, Vauro Senesi, Giovanni Franzoni per Fabio Alberti


Noi sosteniamo la candidatura di Fabio Alberti al Consiglio Regionale del Lazio, nella lista della Federazione della Sinistra... Nel Consiglio regionale, nel territorio, nei luoghi dove si lotta per i diritti, per la legalità, per il lavoro, per la dignità sociale, per una vera uscita dalla povertà, siamo certi che la presenza di Fabio Alberti sarà ricca di umanità e di efficacia, e darà ragione alla fiducia che gli elettori gli avranno accordato...

Vittorio Agnoletto per Fabio Alberti

Ho conosciuto Fabio tantissimi anni fa e da subito sono rimasto colpito dalla tenacia con cui ha sempre affrontato tutte le sfide sociali e politiche nelle quali si è impegnato: dall’Unione Inquilini a “Un Ponte per…..”. Instancabile, quasi stakanovista, l’ho visto trascorrere notti insonni per organizzare missioni umanitarie, per accogliere profughi, per difendere i diritti calpestati in angoli lontani del pianeta.

Sintesi dell’intervento di Fabio Alberti all’incontro con i candidati sui temi della pace, della cooperazione e dell’altra economia del 21 marzo 2010*

Condivido interamente e pienamente il contenuto dei documenti che sono stati da voi sottoposti ai candidati. Non potrebbe essere diversamente perché questi: la pace, la cooperazione, un’atra economia per un altro mondo possibile sono i temi su cui ho speso tutta la mia vita e che ho anche, nel mio piccolo, contribuito ad elaborare. Ogni singola proposta potrebbe essere approfondita, ma oggi non è questo che mi interessa.
Voglio quindi fare solo alcune considerazioni generali.

Un piano contro la povertà

Nel Lazio sono povere il 21% delle famiglie, una su cinque, e la povertà è in crescita. Questo non può essere tollerato.
Si può essere poveri per molti motivi.
Perché non si trova o si è perso un lavoro, per una paga troppo bassa, per un affitto o un mutuo troppo alto, per una malattia o un incidente sul lavoro, perché si è persa una persona cara, per una famiglia numerosa…

No alla cooperazione militare del Lazio con Israele


La Regione Lazio, attraverso le sue aziende controllate Filas, Sviluppo Lazio, BicLazio ha sviluppato negli ultimi anni un’intensa attività di cooperazione con Israele che include anche progetti di ricerca di aziende militari.
Tali progetti devono essere fermati.

SPEZZARE IL CERCHIO Libertà per il regista Jafar Panahi

Appello Internazionale
La notte del 1° di marzo 2010 agenti in borghese della polizia iraniana facevano irruzione nell’abitazione di Jafar Panahi arrestandolo insieme alla moglie, alla figlia e ad altre 15 persone, tra cui i registi Mohammad Rasulov, Mahnaz Mohammadi, Rokhsareh Ghaem-Maghami e il cineoperatore Ebrahim Ghafari. La motivazione addotta per giustificare l’arresto è di aver filmato, con il fine di documentarle, le proteste seguite alle elezioni del giugno scorso.

Hevi in kurdo significa speranza

Il mio nome è Hevi, che in lingua kurda significa speranza. Ma sui documenti ho un nome turco, perché in Turchia è proibito dare ai figli un nome kurdo.
Sono una rifugiata politica, fuggita dalla repressione turca, e vivo in Italia da 14 anni.
Sono una donna kurda, perseguitata per aver voluto esprimere la mia identità, per aver voluto far parte di un gruppo di musicisti kurdi, di cui ero la cantante. Come tante altre, che ancora oggi continuano ad essere perseguitate e subiscono la repressione.

Olimpiadi 2020 a Roma? Già ridono...


Il sindaco Alemanno, ha consegnato al Coni la candidatura bypartisan di Roma come sede delle olimpiadi del 2020.

C’è già chi si sta facendo una risata: le Olimpiadi, come i terremoti, non capitano tutti i giorni.

Bisogna avere il coraggio di dirlo forte: le Olimpiadi 2020 non devono tenersi a Roma. (E nemmeno a Venezia).

AAA Affitti cercasi. La casa come diritto e non come merce.

Una svolta politico-culturale

La casa è talmente importante per il benessere, la sicurezza e la salute della popolazione che dovrebbe essere al primo posto della politiche pubbliche, insieme a salute ed educazione. Invece si è avuta l’illusione che il problema potesse essere risolto dal libero mercato. Ma come per gli ospedali e le scuole non è pensabile che possano essere affidati al privato, così dovrebbe essere per le abitazioni.

Servizi per vivere bene

Rifiuti, sanità, migrazione, occupazione, acqua, scuola, trasporti … I servizi pubblici sono il principale fattore del benessere e della sicurezza di una comunità e la misura della sua coesione. Anni di privatizzazioni e politiche liberiste hanno portato a considerare i servizi pubblici più come un peso, da ridurre, tagliare, limitare, che come un fattore di ricchezza.

Occorre invece riportare i servizi al centro della politica regionale, potenziarli, rilanciarli e gestirli insieme alle asociazioni di cittadini che li hanno difesi strenuamente negli ultimi anni. Ma occorre anche modernizzarli, liberarli dalle ingerenze del sistema dei partiti, porli al di fuori degli appetiti affaristici, ridurre gli sprechi e renderli più gentili. Insomma una riforma complessiva del sistema da assistenza a cardine per una nuova convivenza e “buen vivir”.

Nella crisi: giustizia sociale

Nella crisi non tutti sono uguali. Oneri ed onori non sono equmente ripartiti. C’è chi perde tutto, chi si barcamena, chi addirittura si arricchisce. Una Regione solidale, soprattutto in un periodo come questo, deve operare per correggere questa situazione.
Non è vero che la Regione non possa fare nulla. Leva fiscale, sistema dei servizi pubblici, politica di investimenti sono leve fondamentali per operare una necessaria redistribuzione della ricchezza e delle opportunità. Inoltre le scelte politiche non sono mai a somma zero e le opzioni sono sempre più di una. Una Regione solidale sceglie tra le opzioni esistenti quella che favorisce maggiormente i cittadini più in difficoltà.

La quinta mafia

E’ ormai tempo che il Lazio è nel mirino delle cosche mafiose, e non solo nel sud pontino dove già sono stati sciolti consigli comunali, ma anche nella capitale, che detiene il record dei cravattari. Ed è già nelle istituzioni regionali. Ma si tende a negare o a considerarlo un fenomeno minore.

Così la mafia del Lazio, come tutte le mafie, dall’usura e dall’edilizia si potrà spostare ai servizi pubblici. La situazione del sistema di smaltimento dei rifiuti e della sanità laziale, ad esempio, sono situazioni ideali per l’impiego di nuovi capitali mafiosi.

Prima che sia troppo tardi occorre innanzi tutto ammettere che esiste una emergenza ed affrontarla come tale.

Lazio armato

Nel Lazio sono presenti 36 imprese belliche, con un totale di oltre 13.000 addetti. Buona parte delle quali produce anche per il mercato estero. Inoltre nella nostra regione vi è una presenza massiccia di infrastrutture del Ministero della Difesa che, unitamente alla presenza di un comparto di industria bellica particolarmente sviluppato, rendono la regione uno dei territori più militarizzati del nostro paese.
Il Lazio è al secondo posto, dietro la Sardegna, nel numero di chilometri di territorio destinato al demanio militare, quasi 100 kmq, lo 0,6% del territorio regionale. In totale sono presenti almeno 297 infrastrutture tra cui 17 Aeroporti, 37 Poligoni e 44 Caserme, e 6 aree militari appartenenti alla NATO di cui quattro ad uso esclusivo Statunitense.

Lazio, regione mediterranea

Secondo la leggenda Roma fu fondata da discendenti di Enea, eroe ellenico, che giunse sul litorale laziale da Troia, popolando il basso Lazio e assorbendo gli etruschi, popolazione la cui origine viene collocata da Erodoto in Lidia, attuale regione della Turchia.
Leggenda a parte è significativo che i romani ponessero le proprie origini mitologiche sull’altra sponda del mare che chiamavano “nostro”, coscienti di trovarsi al centro del Mediterraneo.

Raccomandati Asl indagato Fazzone

«Fazzone chi?». Così rispondeva Renata Polverini all´indomani della nomina del senatore di Fondi nel suo comitato elettorale. Ora non potrebbe più accadere. E non solo perché da quel momento non c´è stato giorno che gli avversari non le abbiano imputato quella «imbarazzante compagnia» (accusato di essere «un collettore di clientele», il parlamentare pontino è l´uomo che più di tutti si oppose allo scioglimento per mafia del suo comune). Da ieri Claudio Fazzone è indagato dalla Procura di Latina per abuso d´ufficio…

da Repubblica, leggi tutto


15 febbraio 2003

Esattamente sette anni fa 110 milioni dipersone scendevano in piazza in tutto il mondo per la prima manifestazione globale dell'umanità. Contro la guerra all'Iraq, ma anche per un altro mondo possibile.
Sette anni dopo l'intervento conclusivo del comitato Fermiamolaguerra che ho avuto l'onore di leggere dal palco è ancora un esempio di possibile unità dal basso, sui contenuti del popolo della pace.
Ci siamo ancora?
Gruppo 15 febbraio 2003 su facebook

24 ore senza di loro


Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno?

E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?

1 Marzo 2010, 24 ore senza di noi

Italia, zero in cooperazione

Pochissimi soldi, mal gestiti, non controllati. L'Ocse/Dac boccia la cooperazione allo sviluppo italiana. Gli impegni internazionali continuano ad essere disattesi. La settimana scorsa è stato presentato a Roma il rapporto periodico dell’Ocse sulla cooperazione allo sviluppo in Italia, si tratta di un’analisi coordinata dal Comitato per l’aiuto pubblico (Dac) dell’Ocse... L’impegno finanziario italiano è ormai sceso ai suoi minimi storici. L’ultimo taglio degli stanziamenti ammonta al 56%. Nel 2010 l’Aiuto pubblico allo sviluppo italiano sarebbe dovuto essere dello 0,51% del Pil, invece non supererà lo 0,19%... Il Dac individua poi un grave deficit di coerenza tra le azioni di cooperazione adottate dall’Italia. I diversi attori si muovono in maniera non coordinata: ministero degli Esteri, dell’Economia, dell’Ambiente, Protezione Civile fanno ognuna cooperazione internazionale a modo propri...
Da "Sbilanciamoci"
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